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Immagine del redattoreCarlo Tuzzi

Il contract che non si vede

Aggiornamento: 17 set 2019

Armando Bruno CEO studio Marco Piva intervista Carlo tuzzi


Carlo Tuzzi è un fiume di parole che scorre senza sosta, ricco d’informazioni e innumerevoli competenze. E’ sempre interessante incontrarlo e ad ogni appuntamento, ha costantemente l’espressione del genio che sta per mostrarti la sua ultima invenzione e con la stessa grazia di un prestigiatore è pronto a tirar fuori, da pesanti e enormi custodie, i prodotti che nascono dalle sue continue ricerche. Il suo lavoro è inarrestabile, ingegnoso e affascinante come quello di un inventore d’altri tempi.


AB Quando hai iniziato ad occuparti della produzione di prodotti d’arredo?


CT Le prime esperienze le ho fatte nell’impresa di famiglia. Dopo gli studi, sono entrato in azienda con un regolare contratto e ho subito iniziato a lavorare in produzione. La curiosità giovanile e una predisposizione alla ricerca mi ha permesso in breve tempo di acquisire svariate competenze, esperienza e professionalità.


AB Ad un certo punto però hai scelto di vivere a Milano, com’è accaduto?


CT Mia sorella aveva un’agenzia commerciale che seguiva le aziende più importanti nel mondo dell’arredo e che diventava sempre più vitale. Mi chiese di aiutarla per un breve periodo e così decisi di trasferirmi. L’esperienza in produzione si era rilevata utilissima anche in campo commerciale perché ero in grado di vendere prodotti che riuscivo a descrivere in ogni minimo dettaglio. Per questo il lavoro iniziò a darmi molte soddisfazioni e da allora Milano è diventata la mia base di partenza per la maggior parte dei lavori che seguo.


AB E’ in questa città che vieni a conoscenza dei progetti?


CT A Milano lavorano moltissimi architetti che rappresentano la risorsa principale della mia attività. Tutte le consuete ricerche sui materiali e sulle lavorazioni producono materiali che porto direttamente negli studi di progettazione più importanti ed entrano a far parte del loro archivio. Sono un assiduo frequentatore e per molti di loro faccio una ricerca continua e in base alle loro attività seleziono i prodotti da presentare.


AB Sei anche un riferimento importante per le aziende che fanno Contract sistemico. Ci spieghi in che modo?


CT Ad ogni nuovo prodotto o lavorazione corrisponde di solito una novità a livello produttivo in grado di realizzare fabbricati con procedimenti più competitivi. Quindi, ho iniziato sin da subito a lavorare con realtà produttive medio/piccole capaci di investire nella ricerca e in nuove strutture produttive. Sono aziende no brand che da diversi anni hanno cambiato le strategie commerciali e produttive per diventare più efficienti e che lavorano a supporto delle aziende più grandi.


AB Come fai a proteggere il tuo lavoro dalle aziende per cui lavori? Potrebbero copiarne il know_how e produrre da se.


CT In realtà quando presento un prodotto o un nuovo metodo di lavorazione ad un’azienda sono quasi sicuro che non è in grado di copiarlo e anche quando sono in grado di farlo non potrebbero realizzarlo con le stesse tempistiche e di conseguenza con costi minori rispetto alle realtà produttive che utilizzo. Per questo motivo si rivolgono

sempre più spesso a me. Tuttavia, le soluzioni più innovative sono brevettate in modo da non avere spiacevoli inconvenienti.


AB Dove prendi spunto per le tue ricerche?


CT Prendo spunto di frequente dal panorama dei prodotti esistenti per trovare una soluzione estetica migliore oppure in grado di essere più competitiva a livello di produzione. Per questo motivo i luoghi più interessanti sono i cataloghi dei prodotti e soprattutto i luoghi di produzione delle aziende che realizzano custom_made.


AB Pensi sia molto cambiato il mondo del Contract in questi anni?


CT E’ cambiato moltissimo nella struttura manageriale dei progetti ma a livello di produzione le differenze si percepiscono molto poco. Quello che è cambiato è la competitività tra diverse realtà produttive perché mentre prima in Italia le aziende erano leader sia in termini di qualità che di quantità, attualmente nel sistema sono entrati altri paesi in grado di realizzare prodotti con gli stessi requisiti ma molto più competitivi nei costi.


AB Quale potrebbe essere una soluzione a questa problematica?


CT La soluzione esiste già ed è proprio quello che cerco di fare continuamente con le aziende. La ricerca è sempre stata vitale per le imprese e in questo periodo diventa fondamentale per emergere e affrontare i mercati internazionali. Le aziende hanno abbandonato questo aspetto ed è per questo che il mio operato acquista un valore sempre più fondamentale in questo momento. Sono come un ufficio ricerca itinerante che trova soluzioni a problematiche facendo un Contract che in realtà nessuno percepisce.

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